Vitamina B17 (Amigdalina o Leatrile)


Tratto dal libro on-line liberamente e gratuitamente scaricabile dal web:

“Mille Piante per guarire dal Cancro senza Chemio”

Giugno 2009. Dott. Giuseppe NACCI

N.B.: tale seme, contenente la vit B17, è all’interno del nocciolo che vedi in foto, che puoi aprire con uno schiaccianoci o con un martello piccolo. Quindi non buttare i semini di albicocca, mandorle, prugna, acerola, ciliegie, mela; puoi anche conservarli in un barattolo in vetro.

La vitamina B17, contenuta soprattutto nel nocciolo (Gheriglio) di Prunus armeniaca (Albicocca) fu di nuovo al centro di interessanti studi all’inizio degli anni ’70, da parte dei giapponesi.

E’ presente anche nei semini amari del Prunus amygdalus (Mandorla, var.amara), della Prunus avium (Ciliegia), della Prunus domestica (Susina), della Prunus persica (Pesca), della Prunus spinosa (Prugna), della Malpighia punicifolia (Acerola), della Cydonia oblonga (Mela cotogna).

Sono oltre 1.200 le specie di piante che contengono questa preziosa vitamina.

Tale vitamina risulta particolarmente utile nella terapia oncologica poiché sfrutta il diverso metabolismo delle cellule tumorali rispetto a quello delle cellule sane dell’organismo umano.

Le cellule neoplastiche, soprattutto se in anaerobiosi, presentano una elevata concentrazione di beta-Glucosidasi, con assenza di Rodanese: pertanto fagocitano subito la B17, decomponendola poi per idrolisi in 2 veleni: benzaldeide e ioni cianuri; le cellule sane, invece, essendo normo-ossigenate e ricche di Rodanese, tendono a convertire rapidamente i due veleni rispettivamente in acido benzoico e tiocianati, entrambi innocui ed anzi utili per le stesse cellule sane.

Secondo il giapponese Kanematsu Sugiura, la beta-Glucosidasi si ritrova nelle cellule tumorali di mammella, stomaco, utero, mesentere ed esofago, in concentrazioni molte volte superiori a quelle sane; l’enzima Rodanese è invece assente nelle cellule tumorali.

La storia “moderna” della vitamina B17 iniziò nel 1830, quando due scienziati francesi, Roubiquet e Bontron-Chariand, purificarono per la prima volta una strana vitamina, a cui fu dato il nome di Amigdalina o vitamina B17.

Sette anni dopo, due scienziati tedeschi, Von Liebig e Woehier, scoprirono che questa strana vitamina, normalmente contenuta in tutti i semi della frutta (ad eccezione degli agrumi) poteva essere scomposta da uno specifico enzima, e soltanto da esso, in ioni-Cianuro, Benzaldeide e Glucosio.

Il passaggio all’uomo, per terapie medico-oncologiche, seguì di pari passo, così, quindici anni dopo le prime esperienze scientifiche francesi, nel 1845, la rivista medico-scientifica francese “Gazette Medicale de Paris” e, successivamente, anche quella tedesca “Journal Chirurgie und Augenheilkunde”, descrissero il primo caso di terapia metabolica con vitamina B17 per la “cura del cancro”, ad opera del medico russo Inosmetzeff, professore presso l’Università Imperiale di Tutte le Russie di Mosca: la terapia era stata eseguita su un ventenne tumorale, e la terapia era consistita in 46 grammi di Amigdalina somministrata per 3 mesi; il grande medico russo aveva curato anche una donna di 48 anni, con estese metastasi da cancro ovarico, e questa donna, nel 1845, risultava essere ancora viva dopo ben 11 anni dalla terapia metabolica con Amigdalina: in entrambi i casi, il dott. Inosmetzeff affermò di non aver notato mai effetti collaterali da parte della vitamina scoperta dai francesi nel 1830 e meglio caratterizzata dai tedeschi nel 1837.

Ma fu soltanto più di un secolo dopo, nel 1950, che uno scrupoloso ricercatore americano, Ernest Krebs, iniziò a curare di nuovo il cancro con questa strana vitamina, che, dopo averla fatta bollire, evaporare in alcool, e quindi decantare in piccoli cristalli bianchi, ribattezzò “Laetrile”.

La parola “Laetrile” è un acronimo della parola “LAEvomandeloniTRILE-glucoside.
Essa è quasi equivalente all’Amigdalina naturalmente contenuta nei semini amari della frutta, con l’unica differenza di una molecola in meno di glucosio. Infatti la sua struttura chimica è: D-1 mandelonitrile-beta-glucuronide, mentre l’Amigdalina è D-mandelonitrile-bi-glucoside.

Esistono almeno una dozzina di altri glucosidi cianogenetici (nitrosilidi) simili all’Amigdalina, contenuti in ortaggi, frutta (compresi i limoni), cassava, legumi e cereali.

La vitamina B 17 è una molecola stabile, chimicamente inerte e non nociva se assunta nelle giuste quantità appropriate e sotto controllo medico.

Il dosaggio iniziale raccomandato nell’adulto è di 4-5 semini amari al giorno se semini amari di albicocca (quantità maggiori o minori se di altro frutto) per la prima settimana, salendo o meno di dosaggio nella settimane successive, a discrezione del medico, fino a raggiungere valori che devono essere accuratamente calcolati in funzione dell’emi-vita biologica della vitamina B17, delle analisi urinarie (presenza di Tiocianato di sodio e di acido ippurico in quantità tale da far presumere un superamento della soglia-limite ritenuta compatibile per la terapia in atto), della massa ematica e corporea del paziente, della buona o cattiva funzionalità epatica, renale e di altri organi, della possibile colliquazione massiccia della massa tumorale con possibile exitus per blocco renale irreversibile, etc.…

La farmaco-cinetica della vitamina B17 è complessa e di essa bisogna tenerne conto.
In letteratura medica e/o fitoterapica sono stati riportati episodi di avvelenamento mortale in bambini dopo ingestione di cibo particolarmente ricco di vitamina B17, come bacche di piante particolari, in genere non abitualmente consumate nelle tradizioni alimentari delle varie culture del mondo (ma estremamente interessanti quindi per la cura del cancro), oppure semi dimandorle amare, notoriamente molto più ricche di vitamina B17 dei semini amari di albicocca.
Il decesso nei bambini è più facile a causa della più elevata concentrazione di vitamina B17 che si ha nei soggetti di piccola corporatura come il bambino rispetto all’adulto, della più piccola massa del fegato, organo elettivo per la detossificazione ematica da vitamina B17, e forse da una minor capacità funzionale degli enzimi epatici.

Sempre dietro valutazione medica, si deve interrompere il trattamento di tanto in tanto; i semini devono essere ben masticati o precedentemente triturati; la terapia dev’essere immediatamente sospesa in caso di nausea; i semini non devono mai essere assunti tutti assieme, ma distribuiti nell’arco dell’intera giornata; è utile assumerli a stomaco pieno, allo scopo di evitare l’idrolisi parziale della vitamina a opera dell’acido cloridrico. In merito ai semini amari di albicocca, è vietato assumerne più di sei semini nello spazio di tempo di un’ora, pur in condizioni di salute ottimale; per i semini di pesca, il dosaggio orario non deve essere superiore al mezzo semino.…

L’avvelenamento da vitamina B17 non è l’unico possibile; anche altre vitamine naturali, assunte in quantità eccessiva, possono condurre a morte: ad esempio, in testi di medicina è ancora riportato l’episodio avvenuto ai primi anni del XX secolo, quando esploratori artici morirono di intossicazione da vitamina A dopo aver mangiato grandi quantità di fegato di orso polare, abbattuto mesi prima per ragioni di sostentamento alimentare.

L’unica vitamina che sembrerebbe esente da pericoli di intossicazione sarebbe la vitamina C, la cui quantità può anche superare i cinquanta grammi giornalieri.

Ritornando alla vitamina B17, Krebs scoprì che il composto reagisce all’enzima Beta-glucosidasi: quest’ultimo è caratteristico di molti tumori, ed è praticamente assente nelle cellule sane; in tale reazione, l’enzima scinde l’innocua vitamina B17 in due potenti veleni: ioni-Cianuro e Benzaldeide, quest’ultimo un potente analgesico (anti-dolorifico).
Queste due sostanze, prodotte in piccole quantità dalle stesse cellule tumorali, si combinano allora fra loro all’interno stesso delle cellule tumorali, producendo una sostanza estremamente tossica che uccide la cellula stessa in una sorta di pseudo-apoptosi.

Piccole quantità di questo veleno possono risultare quindi ancora attive, dopo la morte della cellula tumorale, e passare in circolo, essendo il tumore, generalmente, ben vascolarizzato in periferia.

Viceversa, le cellule sane contengono un altro enzima, la Rodanese, il quale è presente nelle cellule in quantità inversamente proporzionale alla Beta-glucosidasi; se la B17 entra in contatto con le cellule sane, la Rodanese neutralizza gli ioni-Cianuro e ossida la Benzaldeide.
I due prodotti di derivazione così ottenuti, il Tiocianato e l’acido benzoico, sono invece addirittura benefici per il nutrimento delle cellule sane; l’eventuale eccesso di tali prodotti secondari viene eliminato per via urinaria.

Diventa pertanto chiaro che l’enzima Beta-glucosidasi produce ioni-Cianuro dai cibi nitrilosidi; si noti che gli ioni-Cianuro devono essere liberati dall’involucro della vitamina B17 o dal suo derivato Laetrile. Gli ioni-Cianuro non sono presenti liberamente nel cibo; vengono prodotti solo all’interno della cellula tumorale stessa perché solo al suo interno esiste l’enzima specifico (Beta-glucosidasi).

Nel 1947, Fishman e Aniyan così scrivevano sull’importante rivista medica Journal Biol. Chem.: “…in tessuti prelevati da carcinomi maligni (cancri) di vari organi, compresi seno, utero, stomaco, pareti intestinali ed esofago, è stata rilevata un’attività della beta-glucosidasi da 2 a 36 volte superiore rispetto ai tessuti adiacenti non interessati.…

Metastasi dei linfonodi derivanti da cancri originatisi in vari organi contenevano beta-glucosidasi in concentrazioni più elevate rispetto ai linfonodi non interessati..”.

Sulla prestigiosa rivista Science, sempre in quell’anno, essi aggiungevano: “…la Beta-glucosidasi elevata è probabilmente una caratteristica propria delle cellule tumorali…”

Krebs, nel suo libro “Nitrilosides (Laetriles)”, alle pagine 189-204, dichiara:
“Oltre agli alti livelli di Beta-glucosidasi, le lesioni maligne sono caratterizzate da una generalizzata e profonda carenza di Rodanese, come riferito da Homberger, Mendel, Rodney e Bowman. Rosenthal riferì di una diminuzione pari all’80% della Rodanese in tessuti tumorali epatici, ed una simile diminuzione fu rilevata nelle invasioni leucemiche dei tessuti…”.

Il ricercatore James South spiega la biochimica essenziale di ciò che accade quando una persona si alimenta con cibi nitrilosodici o assume la B17 sotto forma farmaceutica, sia come Laetrile che come Amigdalina: “…

Queste due proprietà delle cellule tumorali (un eccesso di Beta-glucosidasi, che disgrega il Laetrile ed una deficienza di Rodanese, per la disintossicazione dell’acido cianidrico, sono chiamate in causa come spiegazione sia del perché il Laetrile uccida le cellule tumorali e del perché esso non risulti preferibilmente disgregato dalle cellule tumorali in ioni-Cianuro, Benzaldeide e zucchero.

Le cellule tumorali saranno di conseguenza avvelenate, dato che le cellule tumorali sono carenti dell’enzima Rodanese, dotato di azione disintossicante dall’acido cianidrico.
Se dell’acido cianidrico fuoriesce dalle cellule tumorali, le cellule adiacenti normali saranno in grado di disintossicarsi da esso attraverso il loro enzima Rodanese…”.

Oggi, l’uso del Laetrile è illegale negli Stati in cui non ci sono leggi che prevedono espressamente il suo uso.

Nel 1977 un giudice di una corte distrettuale degli Stai Uniti riconobbe che aveva agito illegalmente nel confiscare carichi di Laetrile e diffidò dal compiere altre confische. Questo divieto fu però annullato nel una decisione separata, un giudice stabilì un sistema con il quale un paziente poteva procurarsi Laetrile per uso personale se un medico avesse firmato un affidavit in cui dichiarava che si trattava di un paziente terminale; tuttavia il suo sistema fu invalidato nel 1987.

Come conseguenza di tutte queste decisioni, il trasporto del Laetrile all’interno dei confini degli Stati Uniti è considerato illegale, pur in possesso di una prescrizione medica.
Il giudice di distretto federale Luther Bohanon, che nel 1977 stabilì il sistema di affidavit per l’uso del Laetrile, così si espresse riguardo alla controversia:

Tra i sostenitori dell’uso del Laetrile nel trattamento anticancro ci sono persone altamente istruite, prominenti dottori e scienziati la cui esperienza quotidiana e pratica con la sostanza supera di gran lunga quella dei denigratori. Definire il loro sostegno una “ciarlataneria” distorce le serie questioni poste dall’importanza del Laetrile e si basa sul disprezzo di una notevole esperienza accumulata sul medicinale.

Mentre il rapporto rivela un impressionante consenso tra le grandi istituzioni mediche e anticancro della nazione per quanto riguarda l’inefficacia del Laetrile, si rivela allo stesso tempo una sconcertante scarsità di esperienza con la sostanza di questi denigratori…

L’attuale dibattito è molto acceso. La questione della vera efficacia del Laetrile appare per lo più irrisolta, in gran parte a causa del divieto della FDA di effettuare dei test sulle persone…
Solo quando la sostanza sarà usata pubblicamente e i suoi risultati saranno analizzati attentamente e comunicati completamente questa controversia potrà essere risolta.

Qui di seguito il link per scaricare il pdf: “MILLE PIANTE PER GUARIRE DAL CANCRO SENZA CHEMIO” www.mednat.org/Nacci%20libro.pdf

 

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Ciao, mi chiamo Salvatore, ho percorso e sto percorrendo un Sentiero di Consapevolezza, relativo alla DEPURAZIONE DETOX del corpo e alla Coscienza. Sperimento sulla mia persona e poi condivido - così come si evince dalle testimonianze - queste antiche conoscenze, affinchè s’instauri benessere psicofisico. Per poter ristabilire equilibrio e armonia si deve agire sul corpo fisico che è il “tempio della COSCIENZA”, mediante una "DETOX – DEPURAZIONE", che consente uno smaltimento di tossine, metalli pesanti, muco e materiale di scarto vario, depositatisi ovunque nell’organismo, invalidandolo in modo più o meno grave. Nel corso di questi anni sto divulgando e condividendo la mia esperienza personale sulla DEPURAZIONE-DETOX e l’ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE di RISONANZA. Buona Consapevolezza P.S.: NON SONO UN MEDICO

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